Buongiorno!
le ferie si avvicinano, e inizia ufficialmente il countdown!
Ma fino ad allora ecco qui un po di news e di strumenti di design. ✏️
⚡️ The News of Design
🚀 Oreo più che geniale! in Messico lancia il tubetto Kintsugi 🏺per riparare i biscotti seguendo le logiche di restauro dell’antica arte giapponese .
🤖 L’AI costa, non solo al portafogli ma anche all’ambiente. Trend in rialzo per i consumi energetici dell’intelligenza artificiale.
📱 CMF, sotto-brand di Nothing lancia un nuovo smartphone ultra economico (199€) dal design minimale e modulare.
Adesso parliamo di un tema che mi sta molto a cuore, già trattato in parte in 👉 questa puntata.
Come abbiamo già detto precedentemente l’approccio del service design (ma anche del design thinking più in generale) è olistico. Il che significa che non si focalizza soltanto sul prodotto o servizio da progettare, ma tiene in considerazione tutto ciò che in qualche modo incide nel ciclo di vita del prodotto/servizio e dell’azienda, da asset specifici e altri prodotti/servizi impattati a persone interessate, fornitori, chi ne trae beneficio, chi vi investe o chi indirettamente subisce effetti in qualsiasi forma.
Per aiutarci prima di tutto a mappare, e dopo a comprendere lo scambio di valore tra questi elementi, esistono 2 strumenti molto utilizzati dai designer:
👉 Stakeholder Map, che mappa appunto gli stakeholder, (ovvero le persone interessate o coinvolte con il prodotto/servizio/azienda).
👉 Ecosystem Map, che mappa persone e cose interessate (al prodotto/servizio/azienda), e i relativi flussi di scambio del valore.
Oggi vediamo insieme più nel dettaglio il primo tra questi strumenti 👉
💊 Design Pills
🕸️ A caccia di Stakeholder!
Immagina di dover iniziare un nuovo progetto in un ambito che non conosci bene o non conosci approfonditamente.
Una delle domande più importanti da porsi è: “Qual è il miglior modo per iniziare a lavorare ad un nuovo progetto?”.
Dopo aver definito e compreso l’obiettivo primario, conoscere bene il cliente o il soggetto per cui si progetta e i suoi principali interlocutori è senza dubbio un ottimo punto di partenza.
☝️ Introduzione alla Stakeholder Map
Come detto in precedenza la stakeholder map è uno strumento essenziale nel campo del design e della gestione dei progetti.
Iniziare la fase di analisi con la mappatura degli stakeholder consente di preparare il terreno di progettazione al meglio, così da avere tutte le informazioni necessarie a sviluppare al meglio le idee e valutare al meglio gli impatti su ogni singolo gruppo di stakeholder.
La stakeholder map è utile per:
👉 Identificare tutti gli attori coinvolti.
👉 Capire le loro esigenze e aspettative.
👉 Stabilire chi ha maggiore influenza sul progetto.
👉 Prevedere potenziali conflitti e sinergie tra gli attori.
⚒️ Come si costruisce una Stakeholder Map
La stakeholder map è uno strumento visuale che aiuta a identificare e comprendere il livello di coinvolgimento degli attori interessati, evidenziando relazioni e influenze.
Esistono diversi modi di strutturare una stakeholder map. La cosa fondamentale è suddividere gli attori per livello di coinvolgimento o interesse e per farlo possiamo sfruttare una serie di domande che vengono in nostro aiuto:
👉 Chi ha maggiore influenza su questo prodotto/servizio?
👉 Chi sarà maggiormente influenzato da questo prodotto/servizio?
👉 Chi controlla le risorse di cui ho bisogno?
👉 Chi ha interessi finanziari relativi al progetto?
👉 Chi potrebbe essere una persona importante ma non uno stakeholder centrale?
Passiamo adesso ad un esempio pratico, partendo dall’immagine che segue e capiamo come si struttura una stakeholder map 🔎.
Centro della Mappa: Servizio / Prodotto / Azienda
Partiamo dal centro della mappa, dove posizioniamo l'elemento chiave del progetto, che può essere un servizio, un prodotto o l'azienda stessa. Questo rappresenta il fulcro attorno al quale ruotano tutti gli stakeholder.
Stakeholder Coinvolti
Il primo anello intorno al centro rappresenta gli stakeholder direttamente coinvolti nel progetto. Questi possono includere il team di progetto, i dipendenti principali e i manager che lavorano a stretto contatto con il progetto quotidianamente.
Questo livello si può ulteriormente dividere in due categorie: attori interni (ad esempio i team dell’azienda che partecipano al progetto come esecutori) e attori esterni (come i clienti o gli esperti coinvolti nelle fasi di ricerca e/o test).
Stakeholder Impattati Direttamente
Il secondo anello rappresenta gli stakeholder che, pur non essendo coinvolti direttamente nel progetto, subiscono un impatto significativo dalle sue attività. Questo gruppo può includere clienti, fornitori principali e partner strategici.
Stakeholder Impattati Indirettamente
Il terzo anello rappresenta gli stakeholder che sono impattati in modo indiretto dal progetto. Questi possono includere la comunità locale, enti regolatori, i media e/o i gruppi di interesse pubblico.
Cluster di Raggruppamento
Infine, dopo aver collocato gli stakeholder nei relativi anelli, è possibile delimitare delle sezioni che raggruppano gli stakeholder in cluster basati su criteri specifici come la tipologia d'interesse nel progetto (ad esempio, attori con interesse economico, o attori che operano nello stesso settore, o attori con interesse collaborativo). Questo raggruppamento facilita l'analisi e la gestione delle relazioni e delle interazioni tra i vari stakeholder.
🏠 Cosa ci portiamo a casa?
In conclusione la stakeholder map è uno strumento cruciale per qualsiasi progetto, poiché ci aiuta a comprendere meglio il contesto all’interno del quale sviluppare il progetto e rende visibili le relazioni e le influenze tra gli attori coinvolti.
Con questi vantaggi, iniziare un progetto diventa più semplice e strutturato, aumentando significativamente le probabilità di successo e garantendo un percorso chiaro verso gli obiettivi.
E voi conoscevate questo strumento?
Fatemelo sapere nei commenti su substack o rispondendo a questa mail 🙃
Noi ci rivediamo la prossima settimana dove continueremo il discorso parlando di ecosystem map!📍
Un abbraccio,
Dario